Sinestesia e Presenza nel Counseling Pastorale

Un ascolto completo che coinvolge tutti i sensi, permettendo di percepire il non detto e di offrire una presenza compassionevole e trasformativa.

COUNSELLING PASTORALE

Alessandro Ghisalberti

11/12/20243 min leggere

L’ascolto è uno degli strumenti più potenti nel counseling pastorale, e nel Vangelo vediamo Gesù utilizzare l’ascolto non solo come un atto uditivo, ma come un’esperienza completa che coinvolge il corpo e lo spirito. In questa prospettiva, il concetto di sinestesia – ovvero l’incrocio dei sensi – arricchisce il modo in cui comprendiamo e pratichiamo l’ascolto. Questo approccio non si limita alla percezione verbale, ma include un ascolto “incarnato”, che permette di cogliere le sfumature più sottili dell’esperienza umana, integrando emozioni, gesti e il silenzio stesso.

L’Ascolto di Gesù: Un Modello di Presenza Totale

Un esempio iconico di ascolto incarnato si trova nell’incontro di Gesù con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4:4-26). In quel momento, Gesù non solo ascolta le parole della donna, ma è presente con tutto il corpo e lo spirito. Egli percepisce i suoi bisogni profondi, va oltre il semplice contenuto della conversazione e “vede” il suo dolore interiore, offrendole un ascolto che risponde anche a ciò che lei non riesce a esprimere a parole. Gesù diventa così un modello di ascolto multidimensionale, una presenza che accoglie e comprende, toccando il cuore della persona con una profondità che solo un ascolto sinestesico può raggiungere.

La Sinestesia come Strumento di Ascolto Profondo

La sinestesia, nel contesto del counseling pastorale, è la capacità di utilizzare tutti i sensi per accogliere l’altro in modo completo. Significa, ad esempio, “vedere” le emozioni attraverso il linguaggio del corpo, o “sentire” fisicamente l’energia emotiva dell’interlocutore. Questo tipo di ascolto ci aiuta a percepire con intensità ciò che le parole non dicono. E come Gesù, che “ascolta” con il cuore e con il corpo, anche Tu puoi andare oltre le parole, captando sfumature e vibrazioni interiori che permettono di avvicinarsi alla persona con autentica compassione e comprensione.

Nella PNL (Programmazione Neuro-Linguistica), la sinestesia viene usata per potenziare la comprensione: è un processo che collega due o più canali sensoriali, per esempio ascoltare mentre si percepisce fisicamente la tensione o il rilassamento della persona, o percepire le emozioni sotto forma di immagini o sensazioni nel proprio corpo. Questa capacità di “incrociare i sensi” ci dà una percezione olistica e ci permette di essere pienamente presenti nell’incontro, proprio come Gesù nel suo ascolto completo e compassionevole.

Ascoltare con il Corpo: La Sinestesia come Pratica Spirituale

L’ascolto sinestesico può essere visto come un vero e proprio strumento spirituale. In contesti di dolore o di vulnerabilità, un counselor che sa “ascoltare con il corpo” e che permette ai sensi di interagire può offrire un’accoglienza che va oltre la tecnica. Un esempio pratico può essere il modo in cui si presta attenzione alla postura o ai movimenti inconsci dell’altro, osservando se c’è chiusura o apertura. Questo tipo di ascolto, che integra mente, corpo e spirito, permette di accogliere l’altro come faceva Gesù: non solo ascoltando le parole, ma rispondendo alle sue esigenze più profonde e offrendo una presenza che guarisce.

Applicare l’Ascolto Sinestesico nel Counseling Pastorale

Per i counselor pastorali, la sinestesia può diventare una guida pratica e spirituale. Alcuni modi per integrarla nel proprio lavoro includono:

1. Sintonizzarsi su più sensi: mentre si ascolta una persona, osservare attentamente il linguaggio del corpo, le espressioni facciali e il tono della voce, percependo anche la propria reazione fisica ed emotiva.

2. Allenare l’empatia corporea: immaginare di “sentire” fisicamente le emozioni della persona, come se il proprio corpo potesse sintonizzarsi sulle sue sensazioni, sviluppando una comprensione più profonda del suo stato interiore.

3. Riflettere con il corpo: rispondere con una presenza fisica che sia accogliente e rassicurante, utilizzando gesti e posizioni che trasmettono empatia e rispetto, come un semplice inchino o un gesto di vicinanza. Questo rispecchia l’ascolto di Gesù, che abbraccia e accoglie senza giudicare.

Conclusione

Incoraggiare un ascolto sinestesico, che coinvolga i sensi e il corpo, può trasformare l’incontro pastorale in un’esperienza di guarigione e di comprensione profonda. Come Gesù ci insegna nel Vangelo, un ascolto che abbraccia tutti gli aspetti della persona è un dono che va oltre le parole. Quando siamo presenti come Lui, con tutti i nostri sensi e il nostro cuore, diventiamo canali di amore e compassione, offrendo un rifugio di accoglienza e speranza per chi cerca ascolto e sostegno.