Gesù e le Emozioni: Un Insegnamento Umano e Divino

L’intervento di Don Roberto Trussardi esplora le emozioni di Gesù come esempio di umanità piena, invitandoci a riconoscerle, gestirle con fede e trasformarle in strumenti di relazione e crescita personale.

COUNSELLING PASTORALESPIRITUALITÀ E MISSION

Alessandro Ghisalberti

12/23/20242 min leggere

Nel suo intervento al Centro Aiuto alla Vita, Don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca, ci ha offerto una riflessione profonda sulle emozioni di Gesù come modello di umanità vissuta in pienezza. Gesù, vero Dio e vero uomo, non ha mai negato le sue emozioni, ma le ha accolte, trasformandole in strumenti per la relazione e la crescita spirituale.

Accettare e vivere le emozioni

Don Roberto ha spiegato come Gesù abbia sperimentato emozioni profonde, come la gioia alla vista dei bambini, la tristezza per la morte di Lazzaro, la rabbia nel tempio e la compassione verso i sofferenti. Parole come quelle riportate nel Vangelo di Giovanni, “Gesù scoppiò in pianto” (Gv 11,35), mostrano la sua umanità autentica, che ci insegna a non temere ciò che proviamo, ma a riconoscerlo e integrarlo nella nostra vita.

Le emozioni come strumento relazionale

Gesù ha utilizzato le emozioni per avvicinarsi agli altri, trasformando il dolore in guarigione e la compassione in gesti concreti di amore. Don Roberto ha sottolineato l’importanza di vivere le emozioni come ponte verso il prossimo, in questo io noto un aspetto che trova un parallelismo nelle posizioni percettive della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL): Io, l’Altro e l’Osservatore.

• Io: Vivere le emozioni nel momento presente, come faceva Gesù di fronte alle folle.

• L’Altro: Mettersi nei panni degli altri, come quando Gesù disse: “Abbiate compassione” (Mt 14,14).

• L’Osservatore: Osservare le emozioni con distacco per comprenderne il significato, un’abilità che Gesù mostrò spesso durante la preghiera.

Gestire la rabbia e trovare pace nella preghiera

Un punto centrale dell’intervento è stato il modo in cui Gesù canalizzava la rabbia, ad esempio nel purificare il tempio (Mt 21,12-13). La sua rabbia non era distruttiva, ma orientata verso un’azione giusta e significativa. Questa capacità, ha detto Don Roberto, si collega alla pratica della preghiera, che per Gesù era il luogo in cui trovare forza e riconciliazione, un elemento cruciale anche per noi

Il segno della croce: un gesto di centratura

Don Roberto ha concluso invitando le volontarie a riscoprire il significato profondo del segno della croce, da vivere come un gesto consapevole e non abitudinario. Questo atto semplice, ma potente, ci radica nella nostra missione e ci ricorda l’importanza di affrontare le nostre emozioni con fede e amore.

Conclusione: Gesù come modello di empatia e umanità

L’intervento di Don Roberto ci mostra come le emozioni di Gesù possano ispirare un modo più sano e spiritualmente ricco di vivere le nostre. Nel confronto con la PNL, emerge l’importanza di comprendere le emozioni da diverse prospettive: riconoscerle in noi stessi, usarle per relazionarci con gli altri e osservare la nostra vita con maggiore consapevolezza.

In un mondo dove anche l’intelligenza artificiale cerca di sviluppare empatia e relazioni, le emozioni di Gesù restano un esempio insuperabile di amore, compassione e autenticità, che ci invita a essere più umani e vicini gli uni agli altri.