Educare il Bisogno e il Desiderio con il Discernimento: Una Riflessione Approfondita sul Counselling Pastorale

“Desiderio e discernimento nel counselling pastorale”. Seguendo l’esempio di Gesù, educare il desiderio significa guidare verso una crescita autentica rispettando i tempi personali.

COUNSELLING PASTORALE

Alessandro Ghisalberti

9/3/20245 min leggere

Nel contesto del counselling pastorale, educare il desiderio con il discernimento è una delle sfide più delicate e importanti. Questo processo non solo aiuta le persone a chiarire i propri bisogni e desideri, ma le guida anche verso una crescita spirituale e personale autentica. Gesù Cristo, nelle sue interazioni con coloro che cercavano il suo aiuto, ci offre un modello incomparabile di come coniugare l’efficienza nella soluzione dei problemi con un’attenzione profonda e rispettosa alla persona. Attraverso i racconti evangelici, come la guarigione del cieco Bartimeo (Marco 10, 46-52) e del cieco di Betsaida (Marco 8, 22-26), possiamo trarre insegnamenti preziosi per il counselling pastorale e la relazione d’aiuto.

Comprendere il Problema Reale: Una Questione di Discernimento

Nel counselling, uno degli aspetti più cruciali è la capacità di discernere qual è il vero problema dell’altro. Questa comprensione non è sempre immediata, poiché spesso le persone non sono pienamente consapevoli di ciò che le affligge veramente. Gesù, nell’incontro con Bartimeo, mostra una profonda capacità di discernimento. Sebbene Bartimeo fosse chiaramente cieco, Gesù gli chiede comunque: "Che cosa vuoi che io faccia per te?" (Marco 10, 51). Questa domanda non è solo un invito a Bartimeo a esprimere il suo desiderio, ma è anche un mezzo per far emergere una consapevolezza più profonda.

In termini di counselling, questa dinamica ci insegna a non presumere di conoscere già il problema dell’altro. Spesso, chi chiede aiuto porta con sé una complessità che va oltre la superficie. Il counsellor deve quindi avere l’umiltà di non imporre subito le proprie soluzioni, ma piuttosto di guidare l’altro nell’esplorazione dei propri desideri e bisogni. Questo approccio permette alla persona di prendere coscienza della propria situazione, favorendo un processo di autorealizzazione e di crescita personale.

Stare Dentro la Complessità: L’Accettazione del Processo

Un altro insegnamento fondamentale che emerge dal Vangelo è la necessità di accettare la complessità e la gradualità del processo di guarigione e trasformazione. Nel racconto della guarigione del cieco di Betsaida (Marco 8, 22-26), vediamo che la guarigione non avviene immediatamente, ma attraverso fasi. Dopo il primo tocco di Gesù, l’uomo vede solo vagamente, "uomini, poiché vedo come alberi che camminano". Gesù non si ferma, ma continua il suo lavoro fino a quando l’uomo non recupera una vista chiara.

Questo episodio è illuminante per chi opera nel campo del counselling pastorale. Spesso, nel nostro desiderio di essere efficienti e di alleviare il dolore altrui, rischiamo di cercare soluzioni rapide e definitive. Tuttavia, il processo di cambiamento e guarigione è raramente lineare e immediato. Come counsellor, dobbiamo imparare ad accogliere questa complessità, a stare dentro le situazioni difficili senza fretta, e ad accompagnare l’altro in un percorso che potrebbe richiedere tempo e pazienza. Solo così possiamo davvero rispettare l’unicità di ciascuna persona e favorire una trasformazione che sia duratura e autentica.

Discernimento e Soluzione dei Problemi: L’Equilibrio tra Tempo e Immediata Necessità

Un ulteriore aspetto cruciale nel counselling pastorale è la necessità di bilanciare il discernimento, che richiede tempo, con l’esigenza di risolvere problemi che talvolta richiedono una risposta immediata. Il discernimento è un processo che non può essere affrettato; ognuno ha i suoi tempi per maturare consapevolezza e prendere decisioni. Tuttavia, in alcune situazioni, la persona potrebbe trovarsi di fronte a problemi che necessitano di una soluzione rapida per evitare conseguenze peggiori.

Per coniugare queste due esigenze, è importante adottare un approccio flessibile. In alcuni casi, il counsellor può intervenire per aiutare a risolvere un problema urgente, ma sempre con l’obiettivo di educare l’altro a discernere e a sviluppare le proprie capacità di problem-solving. Questo significa che, anche se la soluzione di un problema può essere offerta immediatamente, il focus del counselling rimane sullo sviluppo della persona, affinché sia in grado, in futuro, di affrontare situazioni simili in modo autonomo.

Gesù stesso mostra come bilanciare questi due aspetti. Nel caso di Bartimeo, la guarigione è immediata, ma solo dopo che Bartimeo ha espresso chiaramente il suo desiderio. Questo suggerisce che, anche quando è necessaria una risposta rapida, il coinvolgimento attivo della persona nel processo decisionale è essenziale. Questo approccio non solo risolve il problema, ma rafforza anche la capacità dell’individuo di affrontare future difficoltà.

Coniugare Efficienza e Attenzione alla Persona: Un Equilibrio Delicato

Il counselling pastorale si trova spesso a dover bilanciare due esigenze apparentemente in contrasto: l’efficienza nella risoluzione dei problemi e l’attenzione alla persona nella sua interezza. Gesù ci mostra che questi due aspetti non devono essere in conflitto, ma possono e devono coesistere.

La ricerca della soluzione non deve mai farci perdere di vista la persona che abbiamo di fronte. In molte situazioni, la soluzione al problema immediato non è sufficiente se non si tiene conto del contesto più ampio della vita della persona, dei suoi valori, delle sue paure e dei suoi desideri più profondi. Per esempio, nel caso di Bartimeo, la sua guarigione fisica è importante, ma altrettanto cruciale è il riconoscimento della sua dignità e della sua fede: "La tua fede ti ha salvato" (Marco 10, 52).

In pratica, nel counselling pastorale, questo significa che dobbiamo essere abili non solo nel risolvere i problemi presentati, ma anche nel coltivare un rapporto di fiducia e rispetto, dove la persona si senta ascoltata e valorizzata. Questo richiede una capacità di discernimento che va oltre l’efficacia immediata, e che considera l’intervento come un passo in un cammino più lungo di crescita e maturazione.

L’Arte del Discernimento Spirituale: Oltre la Semplice Risoluzione dei Problemi

Il discernimento spirituale, centrale nel counselling pastorale, è l’arte di aiutare l’altro a distinguere la voce di Dio nelle varie situazioni della vita. Questo processo non consiste semplicemente nel trovare soluzioni pratiche ai problemi, ma nel guidare la persona a vedere il proprio cammino alla luce della fede.

Nel Vangelo, vediamo come Gesù non offra risposte prefabbricate, ma piuttosto accompagni le persone nel loro percorso di scoperta e di consapevolezza. Questo è evidente anche nella delicatezza con cui Egli affronta le situazioni, rispettando sempre la libertà e la dignità della persona. Il counselling pastorale, quindi, deve sempre orientarsi a questo modello, ponendo l’accento non solo sulla risoluzione dei problemi, ma anche sullo sviluppo della consapevolezza spirituale e personale dell’altro.

Risolvere i Problemi o Favorire il Discernimento?

Una domanda chiave nel counselling pastorale è: è sempre necessario risolvere i problemi dell’altro, o è più utile aiutarlo a discernere e a trovare da solo le soluzioni? La risposta a questa domanda richiede una valutazione caso per caso. Ci sono situazioni in cui intervenire prontamente è indispensabile, specialmente quando la persona è in difficoltà immediata e non è in grado di prendere decisioni da sola. Tuttavia, in molti casi, il ruolo del counsellor non è quello di fornire soluzioni dirette, ma di facilitare un processo di discernimento che consenta all’altro di trovare la propria strada.

Questo approccio non solo rispetta la dignità della persona, ma ne rafforza anche l’autonomia e la capacità di affrontare future sfide. Come Gesù, il counsellor non si sostituisce all’altro, ma lo accompagna e lo educa a prendere coscienza dei propri problemi, a stare dentro la complessità della vita e a sviluppare le competenze necessarie per risolvere le proprie difficoltà.

Riflessione Finale: L’Accompagnamento Pastorale come Vocazione

Educare il desiderio con il discernimento è una vocazione che richiede una profonda empatia, una solida formazione spirituale e una continua riflessione sull’esempio di Gesù. Nel counselling pastorale, siamo chiamati non solo a risolvere problemi, ma a camminare accanto all’altro, aiutandolo a scoprire il significato più profondo della sua vita e a crescere nella sua relazione con Dio.

Il vero successo nel counselling pastorale non si misura semplicemente dal numero di problemi risolti, ma dalla capacità di accompagnare le persone verso una maggiore consapevolezza di sé e del loro cammino spirituale. È un processo che invita alla pazienza, alla comprensione e alla fiducia nel potere trasformativo della grazia divina. Come guide pastorali, il nostro compito è di illuminare il percorso, sostenere nelle difficoltà, e celebrare i piccoli e grandi passi verso una vita pienamente vissuta in Cristo. In questo senso, l’accompagnamento pastorale diventa un servizio di amore che riflette la cura infinita di Dio per ogni suo figlio.